lunedì 1 ottobre 2012

Facciamo a meno di FIN 2° - Campionato

Mi viene spesso da pensare che quella del nuoto sia una causa persa, da molti anni si cerca una formula che possa attrarre pubblico senza far perdere, in continuazione, atleti lungo il cammino. E' come se concentrandosi verso i giovani si sottraessero risorse ai più grandi e viceversa. Col tempo è di fatto scomparsa la categoria Assoluti... si smette molto prima. I nuotatori italiani agonisti con più di venti anni sono facili da incontrare come la tigre del bengala. Una situazione davvero non promettente. 
Eppure qualcosa di estremamente positivo nei nuotatori, almeno all'inizio c'è. Dove troviamo tanto entusiasmo per uno sport di puro sacrificio quotidiano fin dall'infanzia? I nuotatori hanno un cuore sportivo tra i più grandi. Determinazione, costanza, abnegazione, ci siamo talmente abituati a vederli che non ci facciamo caso... ma che differenza c'è tra un piccolo nuotatore di dieci anni e un suo coscritto pallonaro? I nostri piccoli sono dei giganti. Allora, dov'è che li perdiamo? In che modo ce li giochiamo?

Devo ammetterlo, questi dirigenti sportivi del mondo nuotistico non mi entusiasmano per nulla, hanno la capacità di trasporto e di coinvolgimento di un boia, riuscirebbero ad ammazzare persino il calcio se vi si dedicassero. Le competenze poi, lasciamo stare, forse sanno tutto quello che serve per far stare a galla una persona, ma da li a creare, supportare ed espandere un circuito che deve essere spettacolo per chi lo segue e lavoro per chi ne fa parte, ne passa davvero. Sono talmente e palesemente inadeguati! L'opinione diffusa che non esistano nemmeno dei tentativi di rilancio della situazione non può essere del tutto infondata. 
Dobbiamo essere onesti però, non può essere colpa solo dei dirigenti. In forme e livelli diversi il nuoto incontra un mare di ostacoli in tutto il mondo. Il nuoto è un prodotto oggettivamente difficile da piazzare. Ha i suoi limiti. Bisogna scoprirli e raggirarli. Si deve ripensare un nuoto che non abbia le caratteristiche di autodistruzione che ha dimostrato fin qui.

Il nuoto è molto semplice, forse troppo, chi arriva primo vince e chi fa il tempo più basso in una qualunque gara è il più veloce anche se non si è confrontato con nessuno. Può succedere. Il vero riferimento per la qualità di una prestazione è sempre un record: nazionale, continentale, mondiale, olimpico, regionale... Una lotta quasi metafisica contro un avversario ideale. 

Nel nuoto si può arrivare primi e non essere affatto contenti perchè il tempo non è buono i rapporto a un qualche record e perchè le gare normalmente, tempi a parte, non contano nulla. Se mi metto nei panni di uno spettatore che vede un atleta vincere la gara  non esserne contento, credo che trovo anche molti buoni motivi per non tornare più e non voler pagare il biglietto.

Il nuoto è uno sport di prestazione in senso estremo. Il guidice è il cronometro come tanti altri sport, ma come in poche altre situazioni, il tempo con cui si vince è sempre più importante della vittoria stessa. Se il calcio avesse preso questa piega fin dal principio dove si sarebbe arenato? Pensate che bell'evento (palloso, manco a dirlo) trovarsi in un campo a vedere calciatori fare a gara a chi scaglia il pallone più lontano, a chi fa più palleggi, o a chi mette la palla più vicino all'incrocio dei pali. Che fallimento sarebbe stato? In realtà tutte queste qualità tecniche le hanno inserite all'interno di un confronto tra squadre che a loro volta forma un campionato... e campionati di campionati. 
Col nuoto è tutto un po' più difficile, ma sono convinto che il vero ostacolo sia il voler mantenere in purezza questa formula che ripropone all'infinito lo stesso tipo di confronto tra prestazione e record che non fa la felicità di nessuno... se non dei pochissimi che ogni tanto i record li riscrivono. 

Non cancelliamo tutto questo. E' bello, è epico, è sport allo stato puro, superare se stessi e superare la storia. W i record ma abbandoniamo gli assolutismi, che diventano sempre cattive abitudini, e affianchiamo alla meraviglia di questo sport qualcosa che abbia la capacità di divertire, coinvolgere, soddisfare e che sia anche da base per il lavoro di chi punta ai benedetti record. 
Duel in the pool, PanPacs, Fina World Cup, campionati scolastici e universitari americani sono degli esempi di successo di come si possa nel nuoto spostare l'obiettivo dalla prestazione pura verso un risultato di squadra senza creare danni... anzi.

Penso agli esordienti, siamo tutti coinvolti in attività di trofei e campionati regionali di cui si stenta a trovarne un beneficiario (FIN a parte). Il circuito piemontese, ad esempio, è talmente insulso che dallo scorso anno non esistono nemmeno più le premiazioni (vi risparmio le agghiaccianti, ipocrite e idiote motivazioni) fino a che non si arriva ai regionali di giugno. Un impegno di circa un dozzina di gare, senza nè capo nè coda dove si perde ogni volta tutto un giorno per pochi secondi gara, lungo tutta la stagione. I bambini sono assillati dai cronomentri senza avere nessuna forma di riconoscimento e senza nemmeno vedere i compagni che nuotano. 

Non prendiamoci in giro, i bambini fanno squadra da sè, finchè ci riescono, poi capiscono. I bambini li metti insieme gli dici che sono una squadra e sono contenti perchè loro si sentono una squadra, ma non c'è nulla di più di questo. Il nuoto italiano è estremamente individualistico: a nessuno interessa la staffetta quanto la propria prestazione individule e la stessa staffetta interessa realmente solo chi ne fa parte. Quando le staffette sono alla fine delle giornate non resta nessuno a guardare... e quando invece alla fine ci sono le serie più veloci degli individuali, non resta nessuno neppure per quelle. In sintesi: i piccoli atleti affrontano dei problemi di prestazione che non dovrebbero nemmeno sfiorare, la squadra è soloo un modo di descrivere un gruppo di individui e le gare sono delle palle pazzesche, delle torture cinesi per chi le fa e per chi le guarda. 

Manteniamo il regionale a giugno dove evento per evento stabiliamo chi nuota più forte, ma nel corso dell'anno perchè non facciamo un bel campionato?

La squadra x incontra la squadra y in numero limitato di eventi, due o tre ore al massimo di durata riscaldamento e docce compresi. Teniamo pure traccia delle singole prestazioni ma il senso della competizione è che ci sia un risultato di squadra che vada nel tabellone di un campionato. Regione su regione e categoria per categoria non vedo nulla di meglio e di più facile da organizzare per salvare la pellaccia e forse qualcosa di più.

Ovviamente, tanto per cambiare, in tutto questo, FIN non serve a un bel niente.

6 commenti:

  1. Sono daccordo su tutto ma mi spieghi meglio come vorresti fare questo campionato? Secondo me un grosso ostacolo sarà il poter reperire tutti i crnometristi che servono per fare dieci o più gare in un giorno. E le squadre che non hanno le tribune?

    Franco Ricci Pescara

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  2. Premesso che è dagli anni '80 che in Lombardia non ci sono premiazioni mell'attività regionale esordienti, salvo il caso dei campionati regionali e dei campionati provinciali, più che la tua disamina prendo di mira stavlota la risposta, perchè come al solito le obiezioni alla novità stanno sempre nel voler cambiare senza che nulla cambi trovando di volta in volta motivazioni tecnico-pratiche che paiono insormontabili.
    Si può fare quel che si vuole secondo me, basta scendere dal piedistallo federale e mettersi a livello degli atleti (stiamo parlando di attività provinciale, ma sono pur sempre atleti) e smettiamola di inventarci le cosiddette "prove tecniche" che sono una bestialità bella e buona (se non sapete cosa sono, andate su www.finlombardia.org e leggetevi i regolamenti dell'attività regionale esordienti 2010/2011 e 2011/2012) e cerchiamo di in ventare qualcosa slegandoci dalla costante quotidianità.
    I regolamenti delle manifestazioni regionali, sia esordienti che assoluti, sono gli stessi di quando nuotavo io (1970 - 1980) e siccome sono stato catapultato direttamente dalla corsia alla segreteria sono stato prima fruitore di tali regolamenti e poi estensore.
    Le modalità erano sempre le stesse: calendario FINA, calendario LEN, calendario FIN, quindi regionale e provinciale ad incastro, e tutto questo dalla notte dei tempi, senza cambi, senza fantasia.
    L'unica nota di variazione, per me positiva, è stata la qualificazione per i campionati nazionali mediante graduatoria e non a tempo limite: chi seguiva il forum può ricordarsi quanto sia stata osteggiata tale rivoluzione da ogni settore, atleti, tecnici, dirigenti, genitori, tutti con motivazioni simili ma di fondo con la non voglia di mettersi in gioco e cambiare.
    Si è purtroppo tutto arenato li: avrebbero dovuto discendere dei campionati di seconda divisione con gli atleti immediatamente dietro in graduatoria, quindi dietro ancora delle competizioni regionali in cui in palio ci fosse per i vincitori la qualificazione, che so, ai campionati italiani estivi come incentivo...ma niente di qutto questo, nascondendosi dietro motivazioni tecnici/pratiche (cronometristi, impianti, giurie, costi) mentre si scialacquavano i fondi di Roma2009, si costruivano impianti inutili che giacciono abbandonati, si persisteva a voler gestire impianti come se non contenti di essere i padroni del vapore si volesse anche essere i padroni del carbone...
    Auspico un radicale cambiamento in federazione, soprattutto nella mentalità se non nelle persone, ma la vedo molto ma molto grigia...non appena insediatosi chiunque si insedierà, la struttura comincerà a dire che non ci sono soldi/impianti/giudici/cronometristi, tutto questo mentre pagheremo (si, perchè l'Aniene non tirerà fuori un centesimo, scommettiamo???) fior di quattrini il nuovo allenatore della Pellegrini, manterremo col lavoro dei volontari qualche centro federale in costante perdita...ma che vuoi farci? ...da 50 anni questo è il nuoto, bellezza!

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    1. Contro le prove tecniche mi sono già scagliato altre volte, sono talmente inutili che la percentuale di superamento delle stesse è imbarazzante, da noi circa il 50%. Se l'obiettivo era spostare l'attenzione dal cronometro ad altri contenuti, è fallito nel peggiore dei modi perchè non riuscire a far fare cinque metri di sub a degli esordienti è inqualificabile. Allo stesso tempo sono una prova inconfutabile del fatto che il valore della formazione venduta da SIT sia pura chiacchera, sennò perchè costringere gli allenatori a portare in gara le prove tecniche... non dovrebbero già lavorare in un certo modo?

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  3. Abbiamo scoperto campanile nuoto, 50 anni dopo ..... Comunque come dice Ricci di Pescara, spiega meglio e entra nei dettagli di costi, spazi, cronomen, giuria

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  4. Anonimo delle 12.25, sai che il mondo è leggermente cambiato negli ultimi 50 anni? Qualcosa che allora era facile oggi è difficile e viceversa. Forse anche di gente come te era già pieno 50 anni fa e allora? Sei comunque il benvenuto. Sicuramente entrerò nel dattaglio di tutto, ma cosa pensi delle premesse e del ragionamento alla base? Se è sbagliato il principio è inutile che spieghi come pagare i giudici e tutto il resto, non credi? Posso anticiparti che il problema economico non mi preoccupa per nulla per il semplice fatto che se le idee saranno valutate per buone sarà facile farle "appoggiare", diversamente è giusto che sia un nulla di fatto. Ma vedremo, non facciamoci prendere dalla fretta, lo so che la nave affonda... ma per fortuna sappiamo nuotare tutti quanti.

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  5. E' da pensare un completo rinnovamento dell'agonismo natatorio di base secondo me: siamo da troppi anni schiavi di un sistema autoreferenziale che non ammette critiche e non ammette contributi dall'esterno.
    Chi è refrattario al cambiamento ad ogni costo sostiene che, dato che l'acqua è bagnata adesso come lo era ai tempi delle prime Olimpiadi del 1896, il nuoto è lo stesso di allora.

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Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?