martedì 9 ottobre 2012

FIN, perchè migliorare vuol dire peggiorare

Devo premettere, per chi non lo sapesse, che chi scrive non ha interessi diversi dalla passione sportiva nel campo del nuoto. Sono dispiaciuto di tanto sciacallaggio e ignoranza che non permettono a uno sport praticato da milioni di persone di organizzarsi per il meglio. Gli interessi personali vengono anteposti, in maniera incredibilmente visibile, alle necessità di un movimento intero. La cosiddetta pace sociale è mantenuta tale da una elargizione di briciole, speranze e ricatti di bassa lega. Il nuoto è un mondo dove esistono interessi contrapposti e molteplici che sarebbe logico e quasi naturale che fossero rappresentati da soggetti diversi. 

Avete presente la contrapposizione (solo formale ahi noi) di sindacato dei lavoratori, sindacato degli imprenditori e pubblica amministrazione? Nel nuoto esiste solo FIN. Una sciocchezza talemente evidente che ogni giorno in più che questa federazione esercita la qualità di referente unico di qualunque interesse del mondo del nuoto è un insulto sempre più grande alla civiltà. Nulla di meno. 

Tutti allo stesso tavolo, come dei deficienti o dei complici, per generare risultati da terzo mondo. Come fai ad avere atleti, allenatori, società, enti di gestione, enti certificatori, formatori... tutti sotto lo stesso tetto? Non ha alcun senso e mai lo avrà. Nessuno mai risolverà il problema enorme dello sfruttamento illegale del lavoro di allenatori e istruttori, nessuno mai si potrà curare delle esigenze degli atleti, non ci sarà mai nulla da eccepire in merito alle didattiche e così via. Attenzione però, avanti per questa strada non c'è un collasso, un baratro, una tragedia, nulla di tanto evidente, si trovano solo, sempre che non ci siamo già arrivati, la sterilità e l'impotenza. Una lieta paralisi dove chi ha potuto prendere una forchetta in mano se la tiene e gli altri non esistono. Un organismo che punta da tutte le parti ma non si muove in alcuna direzione. Non esattamente il meglio!

Vado al punto. Migliorare FIN è davvero un attimo. Ci metto un bimbo di dieci anni, gli spiego la situazione, e combina molte cose migliori e positive rispetto alla condizione attuale. Cosa succede però se un interdetto a caso dovesse prendere il controllo di FIN e migliorarla? Succederebbe che non si cancellerebbero i conflitti che non permettono al NUOTO di essere un organismo, un sistema, un qualcosa che abbia senso... e allo stesso tempo si rafforzerebbero quei rapporti, quei ricatti, quelle speranze che permettono che il mostro sopravviva tale e quale. 

C'è un solo scenario alternativo a barelli e si chiama Quadri, è senz'altro migliore di chi lo precede ed ha anche più di dieci anni, ma è proprio il tipo di opportunità che dovesse mai verificarsi, vincendo e migliorando, andrebbe a consolidare e rendere più inconfutabili le contraddizioni di fondo della federazione. E' meglio non allontanare la possibilità di una presa di coscienza collettiva, dalla quale oggi siamo davvero a un passo. 

E' meglio che barelli vinca ancora. FIN non è da migliorare ma da smantellare. 

Una federazione emanata e finanziata dallo stato deve avere una funzione bella chiara e stop. Non centomila cose e interessi ovunque senza che se ne capisca nulla. Presto barelli avrà una tale concentrazione di cariche e interessi (gli agiungeranno ancora una vicepresidenza CONI) da sembrare un albero di natale. La sua poltrona sarà la seconda opera dell'uomo visibile dallo spazio e forse anche il mondo del nuoto inizierà ad avere prurito alle mani... Oggi il re è nudo. Non faccio il tifo perchè qualcuno gli metta le mutande, io voglio che vada in portogallo.

FIN è l'associazione delle società, teoricamente chiunque non sia una società dovrebbe toccarseli solo ad intravedere il logo, nella realtà e a causa di quanto detto sopra nemmeno le società, tutte quelle non imparentate e non clientelizzate, hanno da stare felici. Metteresti la volpe a guardia delle galline? E la volpe andrebbe a chiedere consiglio al cacciatore? Si è mai visto un cacciatore chiedere il permesso per entrare a sparare in un fondo recintato? ... ... ...

4 commenti:

  1. Ciao Ortobene , ti seguo da quando intervieni con frequenza su questione di stile da quando hai aperto questo blog. Sono quasi sempre in sintonia con te anche se filosofeggi troppo per i miei gusti più essenziali.
    Hai ragione sul fatto che gli allenatori e gli istruttori non sono una categoria. Competenza, puntualità, responsabilità, per due denari spesso in nero eppure siamo migliaia ..categoria non lo saremo mai finchè chi dovrà decidere di istituire e riconoscere la stessa dovrà essere chi ci governa , ovvero persone che gestiscono piscine, ovvero i datori di lavoro e che quindi non lo faranno mai. Categoria per loro vuol dire pagare di più ..
    il nuoto agonistico è fatto dai tecnici, che in Italia stanno sempre peggio . Il tecnico professionista è una figura rarissima , eppure per l'alto livello è un requisito fondamentale. Bisogna vivere il nuoto sempre giorno e notte per avere risultati. Non si può pensarci tra un lavoro e l'altro..alimentiamo un dibattito sulla figura del tecnico per favore...
    Sono d'accordo che si sta formando una coscienza collettiva contro questo modo di gestire la federazione , purtroppo sono d'accordo che devono vincere ancora. Ho la sensazione che siamo di fronte a un gruppo di persone frustrate da non essere state capaci di sedersi a tavola con il re a mangiare a piene mani e accortasi di quanto il re sia debole , ne voglia prendere il posto. ma non sia meglio del re anzi , ne sia la brutta copia. Mi spiego meglio.
    Nuoto: zero tituli, società senza soldi, spazi, impossibilità di mantenere tecnici professionisti, e chi più ne ha ne metta
    Pallanuoto: molti tituli e meno male , ma sistema fallito crollato sotto le spese incredibili del campionato più ricco del mondo come ci si vantava qualche anno fa..
    Tuffi: 30-40 anni fa moltissimi tituli con Di Biasi, Cagnotto.. abbiamo dovuto sperare che le loro figlie facessero tuffi e meno male che almeno una lo ha fatto , per avere un po' di luce..
    Sincro: settimi nel mondo da secoli. ovvero dopo chiunque faccia sincro con un po' di metodo, un'atleta ha vinto una medaglia ..ha smesso l'anno dopo senza neanche essere ascoltata dal re..
    Fondo: abbiamo investito più noi in questo sport che tutto il mondo messo insieme. però stiamo vincendo qualcosa.
    Con tutto questi problemi abbiamo uno schieramento che vuole prendere il potere e non spiega niente di ciò che vorrebbe fare se vincesse.
    Soldi: dove e come li recupera per fare meglio e soprattutto perché dovrebbe fare meglio di questi
    Centri federali: sono un buco nero , posso essere in parte d'accordo, ma devono diventare una risorsa o chiudere? se devono diventare una risorsa , come? Devono andare in gestione ? a chi? chi paga?
    Chi saranno le persone nuove che dovranno farci uscire dal guado ? e non solo i dirigenti di cui si parla, ma quali tecnici , medici, team manager ?
    Quali ricette di sistema si vogliono realizzare?
    Quale pensiero li spinge ? Dove vogliono incidere?
    vedo troppa superficialità nello spiegare queste cose .. l'atra parte sta lì da tempo si sa cosa fa e cosa farà nel bene e nel male , ma questi presunti rivoluzionari ? mi sembra che chiedano un mandato solo dicendo che gli attuali sono merda.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. La faccia di bronzo con cui i dirigenti tecnici federali ribadivano che l'obiettivo per londra erano due o tre medaglie al massimo tra tutti gli sport acquatici è la misura del pericolo che corriamo (due o tre medaglie non sono un valore a caso). Abbiamo preso due medaglie infatti, fondo e polo, ma è chiaro a tutti che siamo tornati a casa a mani vuote. Altro che risultato raggiunto. Loro se la prendono con le aspettative gonfiate, secondo loro, da eccessiva attenzione mediatica, solo perchè le aspettative li costringono a lavorare meglio. In ogni campo e in tutto il cosmo, il tifo, il supporto, quelli che sperano sono una risorsa, per FIN una gran seccatura.

      Il CONI è il comitato olimpico, le federazioni sportive, FIN, compresa sono riconosciute e finanziate da esso per ben figurare alle olimpiadi, tutti i consigli federali durano in carica quattro anni e si rinnovano a olimpiadi concluse per lavorare alle prossime. Il risultato sportivo non può passare in secondo piano: sotto ogni punto di vista è l'essenza del'attività federale.
      Quando questi poco di buono cercano di rivedere le stime al ribasso, dicendo che due o tre medagliette dovrebbero farci più che contenti, lo fanno perchè sperano di non doversi impegnare più di tanto nell'attività di copertura dei loro affari. Proprio così lo sport è per FIN un paravento, che più è modesto e meglio loro avrebbero svolto il loro lavoro.

      Se le aspettative sono limitate vuol dire che sono riusciti a mantenere sufficienti equilibri perchè non li si disturbi. Due o tre medaglie, non è modestia e non è realismo, è violenza allo stato puro, è crimine e usurpazione, è l'occupazione armata di un movimento di milioni di persone tenute in scacco dalla scusa di due o tre misere patacche. Sotto c'è ben altro, tutti lo sanno, ma è nascosto dalla giostra delle patacche.

      Quanto vale la pace sociale nel nuoto? Due medaglie e qualche chiacchera. Quando i politici fanno macelleria con l'imposizione fiscale e la stretta al credito si preoccupano di una sola cosa: la pace sociale. Fare qualunque porcata, commettere qualunque iniquità ma senza correre il rischio di un tracollo della quiete pubblica: carezzare lo spirito di rivolta ma evitare la rivoluzione. Esistono dei valori che ben rappresentano la sintesi dei sentimenti di un popolo e si cerca di essere molto accurati nel non sollecitare le reazioni sbagliate. Per noi, la sintesi dei nostri sentimenti di movimento del nuoto trova equilibrio in due medagliette. Han ragione loro, può succedere qualunque porcata ma se ci danno due patacchine non succede nulla di grave. Per anni si sono nascosti dietro pellegrini e settebello, oggi pellegrini è rinnegata e il polo è vicino al collasso ma finchè due medagliette arriveranno loro continueranno a sostenere di aver fatto il loro dovere perchè noi siamo l'Italia che vi aspettate?

      Avere tutto centralizzato in FIN appiattisce ogni possibilità di discussione, argomenti che non centrano nulla si mescolano e tutto viene giustificato con un unico misero risultato: FIN ha trovato un 3x2 miracoloso. Bisogna scorporare, allenatori e istruttori in testa, per poter affrontare qualunque genere di tematica. Non è pensabile parlare di allenatori con lo stesso ente che li forma, li certifica e li affama tramite le società che affilia e contro le quali non si porrebbe mai...
      Questo è un sistema che si cambia dall'esterno smettendola di aderirvi. Non c'è altra possibilità.

      Elimina
  2. Non c'è alternativa alla FIN, ci aveva già provato il padre di un'atleta di Desenzano che non voleva che andasse ai collegiali con Coconi e la FIN non voleva Tomas a quei tempi...parlava addirittura di naturalizzarla a San Marino o in Svizzera (nello sci c'è stato il precedente di un'italiana negli anni '80 che gareggiava per l'Iran...)
    Che ci siano molti bizantinismi e la situazione sia decisamenta autoreferenziale è palese, tanti meccanismo andrebbero cambiati o demoliti (vincolo a vita, ad esempio) ma sono convinto che si debba tentare di cambiare usando il sistema, non abbattendolo del tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il sistema in larga parte crollerà da solo per manifesta insostenibilità, la domanda è chi raccoglierà i cocci? Spezzatino di FIN e punto e a capo o arriverà una mentalità più al passo coi tempi? FIN non deve scomparire, un collettore nazionale è necessario, che sia questo o un altro non cambia, quindi tanto vale, ma così com'è oggi non dura, non può. Il compito di FIN deve limitarsi a garantire la rappresentanza dell'italia nelle manifestazioni internazionali per stati. Farlo nel modo più discreto, supportivo e funzionale possibile a un sistema che deve prescindere dal padre padrone.
      Sotto un altro aspetto, FIN è un marchio che sul mercato ha un solo valore dato dalla rendita di posizione: è presente negli impianti. Situazione che verrà resettata completamente nel giro di pochi anni causa debiti dei comuni e dalle società di gestione che si organizzano sempre più come franchising di servizi disposte a viaggiare in tutta italia per sostituirsi all'ente in difficoltà (frutti che cadono vicino all'albero?). Tolto FIN dagli impianti il suo marchio non vale un acca. All'utente non interessa nulla che il suo istruttore sia diplomato FIN, XCV o non sia diplomato affatto (sfido a riconoscere la differenza). Probabilmente le più grosse società di gestione avranno presto un loro protocollo di formazione dei tecnici... mica l'ingordigia l'ha inventata barelli! All'atleta agonista interessa FIN come unico sbocco verso una carriera sportiva, ma quanti realmente possono aspirare al "top" di quanto FIN offre? Se ci fosse un circuito alternativo dove raccogliere diverse e più accessibili soddisfazioni quanti si preoccuperebbero che non andranno alle olimpiadi? Fermo restando che se proprio uno è una freccia la FIN del caso se lo viene a cercare...
      Io la vedo così: tagli drastici da parte del geverno sugli stanziamenti al CONI e a cascata sulle federazioni, fine dei rapporti antieconomici tra comuni e gestori d'impianti, società private di gestione sempre più forti e FIN che nel giro di pochissimi anni deve ripensare seriamente al suo scopo sociale o dichiarare bancarotta.

      Elimina

Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?