martedì 2 ottobre 2012

Good Company, Bad Company (nota polemica)

FIN non è Alitalia, almeno dal punto di vista dei bilanci, quindi nessuno deve intervenire per salvarla. Dobbiamo però muoverci per salvare noi da lei. 

Non so se possa esserci qualcosa di più sbagliato del pretendere di avere il comando a vita di un ente di pubblica utilità. Queste persone così attaccate ai ruoli e alle sedie, non mi riesce davvero di pensarli mossi da altruismo e disinteresse. Per me e per tanti altri, crederli dei benefattori è un insulto all'intelligenza, peggiore di quello alla decenza che rinnovano ogni giorno in cui si protrae questo assurdo dominio. 

Devo ammettere che fino a quando non ho visto un presidente del consiglio carambolato dall'alto degli interessi bancari a tutela dei soldi dei potenti, avevo un po' messo in cantina, diciamo dai bei tempi della scuola superiore, ogni teoria sui complotti di oscuri centri di potere. Che bel momento, che bel regalo di amarcord che mi han fatto. Quest'anno è toccato di spolverare anche i più vecchi soprammobili.
Giusto o sbagliato che sia, meglio o peggio rispetto a prima, abbiamo assistito inermi e zitti, come cuccioli di gazzella in mezzo a una rissa tra leoni, al più grave sfregio che possa colpire una repubblica democratica. 

Digerita questa, siamo davvero pronti a tutto. Anche al mandato numero mille di Barelli e la sua disinteressata band. 

Sarà stata la tv, saranno le onde elettromagnetiche, il traffico, lo stress dei tempi moderni, ma viviamo in una condizione di perenne barzottismo: un vorrei ma posso alternato ad un potrei ma non voglio. 
Anche loro, i Barellidi, sono così, solo che vivono questa esperienza da una posizione diversa...

E così, amici barzotti, barzottamente, assistiamo anche alla più grave crisi di identità del nuoto nostrano: il nuoto crede di essere la FIN! 
Ed è molto più grave del fatto che FIN creda di essere il nuoto. FIN almeno ha le sue ragioni per evitare di essere se stessa!
Scherzi a parte, nuoto e FIN non sono, non possono e non devono essere la stessa cosa. E' come se un aereo fosse il cielo o se la diga fosse il fiume.
Scindiamo queste due entità incompatibili e riportiamo le cose al loro stato naturale. FIN è burocrazia, un filtro, una raccolta di cartacce, un luogo dove poggiare il culo. FIN è la tassa sul nuoto. La mano rugosa dello Stato onnivoro e ingordo. Le tante belle persone che lavorano sotto quel marchio non sono altro che scudi umani, spesso inconsapevoli. FIN usa il nuoto, non è il nuoto. FIN misura il bene del nuoto con l'unico parametro che riconosce: la propria salute. Se FIN cresce il nuoto sta bene, se i dirigenti di FIN stanno bene il nuoto sta benissimo, ma se le società, gli atleti, i genitori, cioè lo sport, il nuoto, lamentano qualche disagio non importa. FIN non riconosce nemmeno lo status di essere umano a un atleta che implora di cambiare società, processa qualche rigo di una bella norma e glielo sbatte in faccia insieme con la negazione della libertà.

E il nuoto invece cos'è? E' un atto nel quale l'uomo si cimenta da migliaia di anni insieme ad altri animali terrestri, molto prima che si aggiungessero anche quelli dei consigli di amministrazione. Le cose di cui ha bisogno per stare all'onore del mondo oggi sono due: sicurezza e igiene. Dopo che lo Stato ci ha garantito questo può anche smontare la bancarella e togliersi dai piedi. Grazie. La competizione sportiva e la sua organizzazione sono cose che devi permettere, promuovere e agevolare, possibilmente standone fuori. Con la scusa che quattro gatti andranno alle olimpiadi, non si possono mettere i bastoni tra le ruote a migliaia di persone.

Se c'è qualcuno in buona fede e con un minimo di buona volontà che sia in grado di elencare delle azioni di FIN a vantaggio dello sport del nuoto e non di se stessa, io lo ascolto volentieri. Ma i risultati parlano molto chiaro... e dio benedica l'acqua gym che fa quadrare i conti e gli americani che fanno buona pubblicità per tutti. 
Un amico mi ha recentemente fatto notare come si sia tragicamente ribaltato l'assioma andreottiano, per cui oggi possiamo senz'altro dire che "il potere logora chi ce l'ha". 
Alla luce di questo, non auguro a uomini di buona volontà di accedere ai posti di comando. Lasciamoci chi c'è. Mi spiace anche vedere questa finta lotta per l'avvicendamento alla presidenza con risultato scontato già scolpito su pietra e la proposta di nuovi programmi che, benchè migliorati, si distinguono per il solito strabismo di venere: si parla molto di regole, rapporti e danari e non si spende una parola su come si possa agevolare un salto di qualità, nel medio e lungo periodo, al nuoto italiano. FIN viene sempre prima di tutto... lasciamola stare. Si tengano la loro good company con gli appalti, i servizi, gli affari, i certificati e i bilanci revisionati e prendiamoci quello che non interessa più a nessuno, la vera bad company: lo sport. Non opporranno nessuna resistenza. Li si alleggerisce di un peso...

E' un pensare fuori dagli schemi che potrebbe portare a nulla oppure a stimolare la scoperta di alternative eretiche ma lecite e funzionali. Non appena avrò finito di introdurre i campi di intervento tra istruzione, allenamento, competizione... si entrerà più nel dettaglio per valutarne la reale fattibilità e l'impatto col mondo reale.
State all'erta, perchè come dice quel famoso proverbio sulla savana: se una mattina ti svegli e non sei un Barelli, è meglio che inizi a nuotare...

4 commenti:

  1. tutto bello, amico mio , ma concretamente cambierà poco e un cambiamento così profondo non ci sarà nei prossimi anni. È bello sapere che qualcuno sogna ancora però ci si sente meno soli.. sono Yanez a proposito quello del post anonimo sulla fina w c

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  2. Ciao Yanez, credo che se migliorare una federazione sportiva non fosse nulla più di un bel sogno, allora... l'umanità sarebbe spacciata. Le cose non avvengono da un giorno all'altro ma avvengono. Gli egizi, i maya, i romani... tutta gente che non aveva nulla da invidiare alla FIN;))
    Facciamo un po' di ipotesi e verifichiamo quali siano sostenibili, nulla più, poi vedremo che tipo di ostacoli tocca affrontare. Il più delle volte non si cambia fino a che non si realizza l'idea di un'alternativa e quando questa arriva si scopre che le fondamenta non erano poi così solide. Il fronte all'interno di questi enti non è mai compatto, come ovunque dove si lotti per la pagnotta. Comunque, finchè il governo non ci metterà su una tassa, sognare è gratis.

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  3. "Siamo realisti: vogliamo l'impossibile"

    Slogan sessantottino

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  4. Io sono sempre più fermamente convinto che in Italia la maggior parte di chi manifesta contro il potere, una volta assurto a tale potere, si comporti esattamente come chi ha contribuito a scacciare: il bipolarismo all'italiana ha dimostrato proprio questo, cioè cambiano partiti, colori, ideologie, persone, ma il magna magna è sepre uguale, sfatando il principio dei padri costituenti secondo i quali remunerando alla grandissima i politici questi non sarebbero caduti nella tentazione di rubare.
    Colgo quindi con scetticismo le candidature alternative, in quanto temo (ma spero sempre di essere smentito) che dietro una o più persone di buona volontà e di immacolati ideali (tanto reputo Giorgio Quadri finchè non sia smentito dai fatti) si nascondano faccendieri speranzosi di infilarsi nei ruoli chiave o si infilino voltagabbana che pur di non perdere la sedia giurerebbero tutto e il contrario di tutto nello stesso discorso.
    Non sono un ragazzino e ho visto il CONI rimanere l'ultimo aggancio alla prima repubblica rimasto dopo le monetine a Craxi (feudo socialista era, tale è rimasto anche se i nomi di facciata sono cambiati) e la FIN andargli tranquillamente dietro, non fosse altro in quanto parte integrante del CONI.
    Ora, la questione è un'altra: sport di stato o sport libero?
    Noi non abbiamo nè l'uno nè l'altro, dato che se fosse sport di stato sarebbe ampiamente mantenuto dal governo centrale e il contributo economico ed organizzativo esterno (leggasi società) sarebbe marginale, se fosse sport libero sarebbero proprio le società a stabilire la rotta e ad essere soggetti attivi, dotati di effettiva personalità giuridica e non nascosti dietro definizioni fasulle.
    Nel nostro limbo prosperano i faccendieri (in America si definirebbero lobbysti) che dotati di un estremo cerchiobottismo sono a galla da quando ho memoria dell'ambiente dirigenziale (iniziai alla fine degli anni '70 non appena simsi di nuotare, fare un po' voi).
    A quando un Beppe Grillo nello sport?

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Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?