domenica 30 settembre 2012

Integrazione Sostenibile (premessa)

Abbiamo ammirato le prestazioni al limite dell'incredibile degli atleti disabili alle olimpiadi, e ora, come largamente preventivato, cala lentamente il sipario. Non sulle olimpiadi, come per tutti, ma sui disabili stessi, tanto per cambiare. Le olimpiadi sono una fantastica occasione per far apprezzare un diverso sguardo sullo sport e sulla vita. C'è ancora tanto spazio per tanto relativismo nella nostra esistenza: ...e se a magnini togliessimo la vista, oppure una mano una gamba e un piede, che tempo farebbe sui cento? Sarebbe contento lo stesso? Avrebbe il coraggio e la voglia di lottare ancora? 
Abbiamo visto persone comunemente ritenute sfortunate dare lezioni di sport, dignità e allegria e abbiamo visto quelli che si fanno chiamare "l'elite" dare il peggior spettacolo umano da molto tempo a questa parte. Disabili battono elite 100 a zero, tutti daccordo e non si discute. 

Ma ora torniamo alla realtà, quella non mediatica e poco patinata della vita di tutti giorni dove i disabili sono gli emarginati, e gli altri una vera elite. In un mondo fatto di regole e interessi immuni a qualunque critica, non c'è tempo per dar rettta a chi resta indietro. Nella realtà quotidiana i disabili si cimentano nelle stesse difficoltà di un olimpiade, con pari e superiori coraggio e dignità, ma senza nessun podio, nessun premio e nessun tipo di attenzione. In ogni settore i disabili non solo non sono cercati, ma sono anche evitati: scuola, asilo, lavoro, locali pubblici, tempo libero... il mondo è off limit.

La disabilità è un tipo di "diversità" che stenta a diventare di moda. Per altri "diversi" all'interno della nostra società è molto più facile: credo religioso, colore della pelle, orientamento sessuale... sono tutte diversità che rispetto alla disabilità hanno caratteristiche talmente tenui da poter essere opinabili. Se si parla di religioni si può convenire che in fondo ci sia un solo dio e poi molte sono pure imparentate tra loro, il colore della pelle è una cosa che con un po' abitudine si vede appena e sull'orientamento sessuale sta ormai stravincendo la linea di pensiero che non esista una vera normalità e che la famiglia sia un discutibile retaggio culturale. Persino i cani (nulla in contrario se non me li servite nel piatto) sono ricercati e ben accolti... che bella pubblicità che si fanno i bar che espongono il famoso "noi qui possiamo entrare"... 

E' tutto un inseguirsi interessato di tendenze dove la disabilità invece non ha vita tanto facile, è poco trendy, non fa figo e richiede un po' più di attenzione: se una gamba manca, la gamba manca e basta. L'amputato non è moderno come un gay, tenero come labrador, curioso come un malese o interessante come un buddista tibetano, è solo tremendamente privo di un arto! Chi non è abituato non sa come comportarsi, teme gaffe di ogni tipo ed è in perenne imbarazzo, (ben inteso che quello dell'amputato è solo un esempio) le riviste non ne parlano e la tv non ha dato istruzioni.

Il disabile, in realtà, è una persona normale che ha un mare di problemi e spesso, non a causa della sua condizione, solo quelli. Il lato brutto nella "sfiga", infatti, è che la maggior parte di questi problemi sono inventati e amplificati dalla società in cui vive, che colpevolmente li ignora e li trascura. Altri guai, ugualmente superflui, nascono poi anche dalla passività con cui il disabile e la sua famiglia, in un contesto sociale tanto ostile e impreparato, accolgono questa condizione. 

Non voglio scrivere il milionesimo inutile articolo di protesta, ma analizzare il caso secondo le mie capacità e individuare delle azioni che concretamente posso svolgere o promuovere, in prima persona, nell'ambito di nuoto agonistico e disabilità. Non voglio far passare un altro quadriennio per muovere dall'ammirazione all'impegno. Io mi sento già sufficientemente sensibilizzato. Devo capire cosa posso fare di concreto sul mio territorio e magari parlarne un po' con voi...
Questa è solo l'introduzione, a presto per i contenuti.






1 commento:

  1. Un po' di carne al fuoko che stai mettendo, caro Orto, ma ti ammiro... e faccio il tifo per te. come solito.
    F.

    RispondiElimina

Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?