mercoledì 10 ottobre 2012

Il tecnico, cos'è e cosa dovrebbe essere

Mettiamo tutti insieme, istruttori e allenatori. Teoricamente una sola differenza separa le due figure: una insegna a nuotare e l'altra costruisce la prestazione. Nei fatti, chi impara a nuotare si scontra con la necessità di fornire una prestazione che gli permetta almeno di andare su e giù per la vasca in modo produttivo, mentre chi passa all'agonismo deve confrontarsi col fatto che il nuoto da prestazione è un'attività tecnicamente diversa da quello di scuola nuoto. Lasciando stare il fatto che la tecnica agonistica è più dettagliata e spesso completamente differente da quella dei corsi, vale da solo il fatto che a parità di gesto nuotare forte o piano rappresenta deu esperienze tecniche differenti. 
Tanto per puntualizzare: un istruttore è anche un tipo di allenatore e un allenatore è sicuramente anche un istruttore. Per puntualizzare ancora di più: un allenatore non è uno che tira fuori la prestazione dal corpo dell'atleta (suo malgrado)  ma è uno che insegna all'atleta come farlo.

Nuotare è sicuramente un atto innaturale, molti tra i grandi campioni del nuoto possono testimoniare come avrebbero preferito essere altrove, piuttosto che in vasca, agli inizi della carriera. Difficoltà di ogni tipo, paure, allergie, freddo e fatica sono nei ricordi di quasi tutti. Se sappiamo che mettere in acqua Michael Phelps, con due sorelle nuotatrici molto forti, giornate intere passate in piscina a guardarle e lui dotato di un incommensurabile talento, non è stato uno scherzo, dobbiamo ammettere che quello del tecnico del nuoto non sia un mestiere tra i più facili. 
Quello del tecnico è decisamente un lavoro difficile e qui, pesantemente, casca l'asino, aggiungerei anche il porco e il cane! 

Per completezza e onestà dobbiamo dire che qualuque professione dove si insegna qualcosa rappresenta un lavoro difficile, in ogni campo esistono difficoltà diverse, ma trasmettere abilità e conoscenza non è mai un fatto da dare per scontato. 

Per insegnare, in primo luogo, scusate se lo puntualizzo ma ha la sua importanza, serve qualcuno che voglia imparare.Questo è chiaramente imprescindibile e scontato, ma è altrettanto sottovalutato. Non esistono risposte per chi non ha domande. Per insegnare in modo effettivo o efficace è necessario che l'insegnante risponda e corrisponda alle domande poste, spesso implicitamente, dall'allievo. 
Il grande Bob Bowman dice che la prima cosa che ricerca in un atleta sono le sue motivazioni perchè finchè non le avrà comprese non saprà cosa insegnargli. 
Al caro Bob la vita di allenatore viene abbastanza facile, lui risponde automaticamente e in prima istanza alla prima e fondamentale domanda di ogni allievo e lo fa in modo molto solido. Un allievo chiede innanzitutto: "Tu sei un maestro?"

Maestro, come mamma , papà, nazione... sono parole magiche, sono quei luoghi dell'anima dove si corre quando le cose sembrano prive di senso e si sente il bisogno di comprenderne le origini. Sono parole pesanti come macigni. Mangiare, vestirsi, riprodursi, conoscere, cibo, protezione, società, maestro: la vita in sintesi.
 Ogni allievo sogna un maestro, un vero maestro. L'allievo di Bob Bowman trova un monumento: pluridecorato, strapagato, con posizione sociale da leader affermato, la cui competenza ed efficiacia non può essere minimamente messa in discussione. 
Molti altri non hanno le sue medaglie, non prendono i suoi stessi soldi e non sono venerati come guru, ciò nonostante, la loro competenza, che non può essere paragonata a quella di Bowman non è a rischio di essere del tutto sottovalutata. Perchè? 
Perchè anche se non hanno vinto le olimpiadi hanno un CV di atleta, allenatore e ricercatore che in modo molto trasparente, diciamo pubblico, chiarisce che non sono cascati dal pero. Perchè anche se non sono strapagati, sono pagati il giusto, per quello che deve esserlo una persona di responsabilità e fiducia (l'aria del pezzente a cui sono costretti molti dei nostri tecnici non depone a favore della loro credibilità). Perchè anche senza essere dei guru vivono in un contesto dove il COACH è una figura apprezzata e rispettata perchè gli si riconosce l'importanza fondamentale nell'educazione e nella crescita sociale dei giovani.

Il sistema carogna messo in piedi dalla FIN che prevede di obbligare i tecnici a spender soldi per comprare i suoi diplomini per poi essere costretti a lavorare in strutture dove, davanti agli occhi di tutti, non hanno nessun diritto ascrivibile alle moderne conquiste del mondo lavoro, mina alla base ogni possibilità di metodo o sistema di insegnamento e lo fa nel peggiore dei modi. 

Non serve nemmeno entrare nel merito delle competenze tecniche, l'immagine del tecnico è quella del disagiato, di chi è sotto ricatto, di chi ha un forte bisogno e pochissime alternative. FIN ha creato questo immondezzaio umano e professionale (mi scuso con chi dovesse sentirsi offeso ma lo sono io in  prima persona perchè è troppa la distanza tra il rispetto dovuto alla figura del maestro e la realtà). L'allievo si rende conto che il maestro non ha sufficienti risposte manco per se stesso... e così va a farsi benedire ogni buon proposito. Qua si spreca a piene mani perchè il maestro non è un modello presentabile. Invece dovrebbe esserlo in primo luogo. Lo sport è sacrificio che premia... e a te, caro allenatore, che premio ha dato? Una vita da precario e l'impossibilità di pianificare un'esistenza? No grazie!

Ci saranno sempre, ci sono, delle eccezioni tra maestri e allievi che riescono a vincere la risacca, siamo tantissimi, milioni, e grazie a queste eccezioni nascondiamo la verità di un sistema didattico marcio alle fondamenta che vende mediocrità spacciandola per eccellenza (su gentile concessione di crozza/celeste).

Di cosa c'è bisogno: società che possano permettersi di pagare uno stipendio decente ai tecnici e un campionato che dia una visibilità continua e contestualizzata all'attività delle squadre.

Come fare: smetterla di pagare FIN per nulla e aderire al progetto di campionato a squadre che sarà presentato su questo blog tra breve.


4 commenti:

  1. Un'organizzazione di tecnici esterna alla FIN?
    Dovrebbe essere una scuola statale, allora, o un'Università che rilasci titoli abilitanti come accade, mi pare, in Canada.
    Senza una regolamentazione nazionale sono tutte pie illusioni...

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  2. Concordo con Giancarlo.Concordo anche con Ortobene, anche se il tecnico è essenzialmente passione, passione, passione. Questo ci frega. La passione ci porta ad accettare condizioni di lavoro assurde e compensi inadeguati . Anche se qui è opportuno fare un distinguo. Un allenatore giovanile arriva a prendere stipendi da secondo lavoro accettabili. È altresì vero che per prendere questo stipendio deve gestire un sacco di ragazzini che pagano la quota in orari improponibili , a scapito ovviamente della qualità. Il problema è per gli allenatori di assoluti. Questi più sono bravi e più fanno spendere alle società. Sì, perchè in queste società con un bravo tecnico, verranno a nuotare molti atleti ai quali non fanno pagare quote , quando non danno addirittura rimborsi e altro. Inoltre devono fare più allenamenti al giorno , palestra, fisioterapia ecc. ecc. Conseguenza di ciò costi esagerati che prima o poi la maggior parte delle società si stufa di sostenere. L'equazione è chiarissima: più un tecnico è bravo più costa alla società, non solo di stipendio. Così i primi a sparire, anzi a non nascere nemmeno, sono le figure dei tecnici professionisti.
    È un sistema che non funziona perché più i servizi sono professionali e più bisognerebbe pagare , come gli atleti in tutto il mondo fanno quando smettono di studiare. In Italia le società addirittura tesserano gli atleti per i militari e poi , oltre ad allenarli, li pagano pure! Direte pagheranno anche i tecnici queste società , e invece no. Gli allenatori lavorano quasi gratis , mangiando pane e passione dovendo fare 1000 lavori per mantenersi. E la federazione sta a guardare...

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    1. In mezzo tanta politica vorrei sottolineare, perchè in primo luogo sono uno sportivo, con mente e cuore sportivi full time, una cosa che hai già detto più di una volta e che ritengo giustissima: un allenatore deve poter pensare al proprio lavoro h24, deve essere meso in condizione di poterlo fare... e siamo distanti anni luce da questo.

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  3. La federazione americana, Usa Swimming, emana e promuove l'ASCA, l'associazione degli istruttori. Sono, per quanto imparentati, due enti differenti e indipendenti nonostante l'Usa Swimming non metta becco nella gestione di nessun impianto.
    L'anomalia è il voler mantenere in vita i conflitti d'interesse all'interno di FIN. La separazione tra dipendente e datore di lavoro non è pia illusione, è la logica conseguenza della crescita del movimento. Il movimento non cresce? Tutti a casa a maggior ragione! Lo sport è industria a tutti gli effetti, ricca e promettente, solo degli incapaci e dei delinquenti non si curerebbero di creare e tutelare le figure professionali che tirano la carretta. Creare e tutelare vanno insieme e sono inscindibili, altrimenti è truffa aggravata. Che differenza c'è con i famosi corsi finanziati da soldi pubblici che promettono un lavoro e che poi non danno nulla? Mi sembra la stessa cosa. Forse FIN non fa formazione usando soldi pubblici? Forse l'allievo istruttore non fa il corso con la speranza di un lavoro? Forse non abbandonano il cliente diplomato al lavoro nero in un sistema da loro interamente organizzato e gestito? A seconda del magistrato che gli andrà a chieder conto, perchè dopo (o prima?) l'interessamento di repubblica non credo che la magistratura stia in disparte, questi rischiano di passare da grossi incapaci e ladri di polli agli autori di una truffa colossale ai danni di tecnici e società. Fantagiustizia? In Italia è tutto fanta... ricordiamolo.
    Apro una piccola parentesi politica: chi ci governa attualmente ha un'unico interesse, le banche. Nella buona o nella cattiva fede, sono convinti che il bene delle banche sia il miglior bene per tutti, del resto del paese non gliene frega un beato niente. Tutto procede da lì, sistemate le banche andrà, secondo loro, a posto tutto il resto, al punto da lasciare di nuovo il pallino in mano ai governanti eletti dal pueblo. Aggiustare le banche costa un sacco di soldi e ci hanno persino chiesto dove preferissimo che questi venissero tagliati. Abbiamo risposto: tagliate tutto. Tutti contro tutti. Per mantenere la pace sociale, vera priorità di ogni governo, devono procedere tagliando e dimostrando di non fare prigionieri. Il mezzo miliardo all'anno di soldi pubblici che il CONI impiega per la sua attività non sarà già stato preso di mira? Il sistema super diffuso di finte no profit del mondo dello sport lo avranno notato? Gli sarà stato segnalato? Tutti i contributi non versati gli faranno gola? Nella manovra che stanno approvando, ci sono talmente tante bestialità (tipo riduzione dei permessi di lavoro per chi deve assistere un parente disabile!!!!!!!!!!!!) che state pur tranquilli che la mannaia è già pronta anche per petrucci e company. Secondo voi, se ci fosse qualcosa da difendere, il berlusca sarebbe in campo o continuerebbe a latitare? L'unico motivo per cui sta fuori dai giochi nonostante sia costantemente chiamato in causa (non partecipa nemmeno ai convegni del suo partito) è che lui per primo è al corrente, essendo stato destituito all'uopo, dell'entità e dell'ineluttabilità della restaurazione in corso.
    Andrei abbastanza cauto a sostenere che FIN non possa cambiare... iniziamo a vedere cosa ne resta da qui al 2013...

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Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?