giovedì 20 settembre 2012

FIN ita?

Mi è rimasto impresso nella mente, purtroppo non c'è traccia su web del video, l'atteggiamento del Coordinatore Capo Bonifazi durante la autoconvocata conferenza stampa a londra per spiegare cosa non stesse andando per il verso giusto, dato che i nostri atleti palesavano dei conflitti di comunicazione e di opinione abbastanza marcati. Questi sedicenti dirigenti si sono presentati, dopo aver anticipato che avrebbero spiegato tutto, per spiegare nulla e negare ogni evidenza. L'immagine più forte, in verità, è quella della giornalista RAI Caporale, non proprio il mio idolo, che sembrava un gigante dell'inchiesta giornalistica sprecata nel reportage di in un piccolo convegno da marciapiede per risolvere una bega di condominio con un medico abbronzato al quale gli schiamazzi notturni hanno turbato il sonno estivo. Mentre questo Bonifazi cercava di coordinare il suo volto gommoso nell'articolare l'estraneità sua e del suo staff a qualunque problema di pianificazione e programmazione asserendo che fino agli europei, e per chi non ne avesse abbastanza anche ar settecolli, tutto andasse secondo i piani, il "genio" giornalistico di Caporale ribatteva: "Ma come? Sti ragazzi han detto che non sono mai stati bene tutto l'anno e hanno lamentato difetti di programmazione fin dall'nverno". Come a dire, vallo a raccontare a qualcun altro. E ancora, interrogato sulle ipotesi di una tale debacle, Bonifazi ripondeva che non se ne poteva capire nulla perchè a tot atleti corrispondevano tanti altri allenatori, società, situazioni e condizioni che nessuno avrebbe potuto seriamente starci dietro. BOOM
Il coordinatore ha ammesso, senza capirlo, senza saperlo e senza volerlo che il suo ruolo è totalmente inutile e che, per come sono gestite le cose, tutto l'impianto organizzativo è da buttare.

Chi potrebbe avere da ridire in merito? Un coordinatore che si dichiara estraneo, intendendosi non colpevole, ma non se ne possono negare le implicazioni logiche, all'organizzazione della squadra che coordina spiegando che con tutta la buona volontà non sarebbe facile nè comprendere nè gestire nè accusare. Ecco, questo non apre forse un gigantesco problema esistenziale? Cioè, che ci stanno a fare?

Passiamo subito al sodo, l'Italia convive passivamente con delle situazioni stranissime, questi erano da cacciare a pedate già dopo i casini di Roma 2009 ma sotto i gonnelloni di federica e alessia, ben nascosti, sono riusciti a crescere, prosperare e rimanere. Se anche fossimo tutti daccordo, chi dovrebbe cacciarli via e come? Non è un problema di poco conto, possiamo dirle tutte, avere ragione su tutto, essere milioni di milioni e quelli continueranno a fare gli affaracci loro. 
L'Italia permette queste cose: i comitati d'affari si mascherano da enti benefici di varia natura e all'insegna del no profit e in spregio a qualunque parola contenuta negli statuti, i dirigenti fanno bella vita e ingrassano mentre migliaia di attivisti, volontari, gratuiti e non, tengono in piedi, consapevoli o meno, la facciata. Succede con le banche (no profit le banche?), succede con la politica (e non c'è bisogno di aggiungere nulla), succede nello sport ed evidentemente anche nel nuoto.

FIN rappresenta e riunisce le società, tutto il resto, cioè chi paga, chi nuota, chi sogna e chi spera sono solo scudi umani senza diritti. Le stesse società sono attualmente tenute per i coglioni, pare che l'80% non possa votare a causa dei debiti che a vario titolo hanno contratto con la federazione. 

Riassumendo: se il lavoro di coordinamento delle attività della nazionale è finto, così come appare finto lo status di ente benefico, perchè una società dovrebbe avere la tessera FIN? 

Quante società sono coinvolte nel giro della nazionale e quante società non vivrebbero senza i favori della federazione? Per il restante xx% non è meglio un'alternativa meno rozza, meno politica, meno strapotente e più sportiva?

Chi deve restare perchè ha i propri interessi, stia, gli altri invece perchè non migrano verso un ambiente dove gli obiettivi siano un po 'più trasparenti e le occasioni di dirigenti ridotti allo stato di maiali all'ingrasso ridotte al lumicino?

Queste federazioni sono l'eredità di un concetto di organizzazione dello Stato e della società ormai superato nei fatti sia dalla cultura che dalle condizioni economiche. Il lavoro che fa FIN possiamo farcelo da noi, meglio e prima, con un budget praticamente azzerato e vi spiego anche il perchè:

se non devi arricchirti, non devi vendere, quindi non devi investire, cioè non hai bisogno dei grani! 

Il giro di cassa multimilionario della federazione non si spiega in nessun modo, statuto alla mano e sportivamente parlando.



4 commenti:

  1. Grande, hai davvero deciso di svegliarti con una testa di cavallo sul cuscino?

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  2. Il giorno che una mia opinione correrà il rischio di fare danni, quelli non avranno più nemmeno i cavalli da ammazzare... per adesso, la si canta e la si suona...

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  3. Federnuoto comitato d'affari...bella descrizione!
    oggi che il maggior competitor della FIN nella gestione cioè il prof. Sergio Tosi di Sport Management si è candidato nella lista Quadri, ed assieme a lui anche il suo neodipendente Emiliano Brembilla.
    Attenzione quindi a che dall'interessamento interessato della FIN nella gestione impianti non si passi ad un disinteressamento per nulla disinteressato che miri nell'ottica del programma di Giorgio Quadri a liberare dalla gestione FIN impianti che poi finiscano sul mercato...che poi Sport Management riesca o sia interessata a gestirli è tutto da vedere ma sai mai...a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina (Giulio Andreotti)

    Giancarlo - Mantova

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    1. ...oggi a pensar male non si fa più nemmeno peccato! Finalmente (triste dirlo) la classe politica sta gettando la maschera, l'ultima delle tante, in modo da rendere evidente anche ai meno accorti che non è più nemmeno accettabile quel minimo di alito garantista che vorrebbe sostenere che non siano tutti uguali... e allora? Dobbiamo mica passare i prossimi vent'anni a capire chi era maiale, chi ancella, chi passava per caso, chi ricco di famiglia e chi semplicemente ha svolto con onestà, ma strapagato, un incarico pubblico reso inutile dal sistema marcio.
      Quello che mi chiedo, in questo delirio, è: ma quanto costano queste troie? E' mai possibile che la classe politica sia flagellata da un'inflazione tale che li senti parlare di milioni di milioni che svaniscono manco fossero noccioline? Ecco perchè il berlusca cercava di sistemarle dandole un lavoro!

      Venendo a noi, la gestione degli impianti, a mio umile parere, è il nodo che affosserà tutto il sistema. Gli impianti sono stati il nocciolo del potere per tanto tempo ma da qui in avanti saranno la patata bollente. I comuni sono alla frutta e nei prossimi anni chiunque dovrà rinegoziare a delle condizioni sempre più svantaggiose rispetto al passato. Si dovrà imparare a stare sul mercato, ad operare in concorrenza perchè l'aumento dei prezzi obbligatorio costringerà gli utenti ad ampliare gli orizzonti e far nuotare, soprattutto agonismo, converrà sempre meno. E allora via biciclette e galleggianti di ogni forma con musiche orribili sparate 200 decibel... le piscine del futuro sotto il dominio FIN. Forse dovremmo riflettere sul perchè in italia ci siano così tanti impianti comunali, mentre altrove non esistono proprio, e capire fino a che punto ce li possiamo permettere e cosa succederà dopo. Che li abbia in mano FIN o un'altra società di gestione e poi giù per la catena di sant'antonio, non cambierà il fatto che prima o poi qualcuno dovrà pagare le bollette. Il mercato è in crescita finchè il servizio è offerto al pubblico a un prezzo popolare tale da far pensare che la piscina sia economica o competitiva rispetto ad altre attività ma siamo già al limite (5/6/700 euro per un abbonamento al nuoto libero) e da qui in avanti gli aumenti invertiranno la tendenza e incasineranno i bilanci. Se oggi si fa a pugni per trovare spazi acqua, domani sarà molto più difficile collocare le corsie. Domani ci sveglieremo e il nuoto sarà diventato uno sport per ricchi e noi non siamo l'inghilterra.

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